3ª domenica di Avvento Gv 1,6-8.19-28

 
 

– a cura di Mons. Sergio Salvini –

Siamo coerenti in parole e opere –

«Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (Gv 1,6-8).
Il coraggio di proclamare la verità è la nota più evidente e affascinante di Giovanni Battista. Il suo messaggio usa i toni apocalittici propri dei profeti (Lc 3,7-9); in realtà al centro del suo annuncio non c’è solo un generico invito a convertirsi, ma l’esortazione ad accogliere la persona del Cristo e a ricevere il Battesimo dello Spirito Santo.

È dunque un messaggio positivo, volto ad aprire la strada del cuore e della vita al Signore che viene. In questo senso, Giovanni è un vero educatore perché accompagna, unendo insieme fortezza e speranza e infondendo nell’umanità quell’attesa serena e profonda che aiuta ad aprire l’animo alla verità del Vangelo.

Coerente nel discorso e fedele al suo messaggio, il profeta annuncia e ammonisce, non solo con le parole, ma prima ancora con la propria vita, con il proprio esempio. Il Battista aborrisce la ricchezza, è povero e vive povero: richiama l’importanza della fedeltà alla legge di Dio e invita alla conversione tutti, poveri, ricchi, potenti. Forse questo è il tratto più efficace del suo insegnamento e quello a cui siamo chiamati a ispirare il nostro vivere da cristiani. È meglio essere cristiano senza dirlo che dirlo senza esserlo, perché, in tal caso, si afferma lo stesso chi si è, non con le parole ma con le opere. «È infatti dalle vostre opere che vi riconosceranno miei discepoli», attesta Gesù ai suoi.

La coerenza tra parole e opere è sempre stata la frontiera decisiva dell’educazione e dell’insegnamento ed è quella che ci sfida più di ogni altra scelta di vita. Testimone di luce è chi fa la volontà di Dio: cioè sta sempre lieto, perché sa che il Signore è con lui; prega per essere capace di amare in modo pieno; sa rendere grazie per ogni cosa.

È nelle debolezze che si manifesta la Grazia. Chi si mantiene docile alla voce dello Spirito Santo sa essere pronto al servizio del Signore; chi si astiene dal male e trattiene tutto ciò che è buono per donarlo agli altri, mostra la sua bellezza e il suo valore proprio per la sola capacità di riflettere la luce! Testimone di luce è chi, con la propria gioia, mostra di essere in attesa di Gesù bambino, il dono più grande che Dio ci abbia fatto. Testimone di luce è colui che fa riflettere nei suoi occhi il brillare della stella cometa, mostrando così di avere lo sguardo rivolto verso la parte giusta.
Questa terza settimana di avvento ci sproni ad essere un diamante che aumenta di valore e di bellezza in base a capacità di luce capace di riflettere.
* * *
Con la nostra carità dobbiamo essere capaci di diventare strumento della carità di Cristo per vedere risplendere nei nostri fratelli gioia e felicità. «Nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore» (Paolo VI).