Omo Coniugi – Omo Genitori – Omo Figli

I matrimoni “fa’ e disfa” hanno ripercussioni anche sul battesimo. E’ un dato acquisito che i bambini incolpevolmente nati fuori di matrimonio canonico possano essere battezzati. Forse però sarebbe utile anche ricordare che Dio può salvare per altre strade, diversamente non avremmo il 28 dicembre la festa dei Santi Innocenti.

Certi genitori cominciano a trovarsi in difficoltà nel reperire padrini che, fra i requisiti, abbiano anche la regolarità coniugale.

Ma il bello – si per dire – deve ancora arrivare. Sta infatti avanzando il matrimonio gay. Alcune legislazioni lo hanno già introdotto e pare che da noi sia fra i programmi del futuribile governo. Stiamo pur certi che o prima o poi arriverà. Quando si parla con insistenza di qualcosa, quel qualcosa arriva: lo abbiamo visto per il divorzio e l’aborto. Il teorema del matrimonio gay è combinato sul seguente sofisma: determinate propensioni sessuali esistono, quindi sono naturali; ergo si devono legalmente riconoscere. E’ facile rispondere che anche la malattia esiste, dunque è naturale: quindi piantiamola lì di curarla.

Per educare ad ampie vedute sulla famiglia, che vadano oltre l’obsoleta famiglia tradizionale, si incomincia a propinare ai bambini di scuola materna il concetto di famiglia variegata ove, invece di un papà e una mamma, vi possono essere due papà o due mamme. Ci possiamo aspettare domani sulle pubbliche panchine due lui o due lei in atteggiamento “affettuoso”. Il tutto sarà tollerato in omaggio alla post-modernità e in ossequio al ferreo dogma della “non discriminazione”.

Andando avanti su questa omo-logica è ovvio che, riconosciute le omo-unioni, bisognerà riconoscere agli omo-coniugi il diritto all’adozione di figli, perché possano diventare omo-genitori; a meno che la natura stessa non sia così compiacente da attrezzarsi di congegni appositi che consentano agli omo-genitori di produrre omo-figli. Suvvia, anche la natura si deve aggiornare!

Ma non galoppiamo troppo. Fermiamoci agli omo-figli, tali solo per omo-adozione, e torniamo al battesimo. Che farà la Chiesa se due omo-genitori chiederanno il battesimo per il loro omo-figlio? Pare ovvio che il prete concluderà dicendo, non «Dio benedica il papà e la mamma di questo bambino»; ma «Dio benedica le mamme» o «Dio benedica i papà di questo bambino». Oppure, più semplicemente, «Dia benedica questi omo-genitori». Non è improbabile che si debba redigere un doppio rito di battesimo dei bambini: uno per i poco innovativi etero-figli, scialbamente prodotti da maschio e femmina. E un altro ben più avveniristico per gli omo-figli, adottati da omo-genitori che, avendo capito le inesauribili sfumature del matrimonio, si omo-coniugano, perché ormai la società ha di che insegnare alla natura, troppo poco “omo-“ rispetto alle conquiste umane. Per adesso non tiriamo in ballo gli omo-nonni per quanto il tema possa essere ricco di prospettive.

Le mie omo-esagerazioni sono evidenti, ma forse non ho neppure troppo esagerato nell’esagerare. Mi pare infatti che il battesimo sia concesso con eccessiva leggerezza. E’ il caso infatti di concederlo al figlio di genitori che hanno fatto la scelta della libera convivenza, senza avere a monte fallimenti matrimoniali? E’ un po’ di tempo che me lo chiedo con irritazione, perché non trovo nulla di più imbarazzante che dover fare il predicozzo sul battesimo del figlio a due che intenzionalmente escludono il sacramento del matrimonio. Non è più corretto dire: «Guardate che Dio può salvare vostro figlio anche senza il battesimo. Poi sarà lui a scegliere»? Col battesimo sempre e comunque assicurato si può ingenerare la persuasione che per la Chiesa sposarsi o mettersi insieme alla bell’e meglio sia la stessa cosa. Se questo è l’andazzo possiamo mettere in previsione battesimo di omo-figli …

don Alberto Albertazzi