Il soffio dello Spirito – Pentecoste
Il nome dello Spirito, quello che ci hanno tramandato i primi destinatari della rivelazione, è ruach. Ruach – i biblisti ci insegnano – può avere due significati strettamente collegati: il “vento” e il “respiro”, la “vita” e la “forza”.
Come si legge nel Vangelo di Giovanni, lo Spirito è comunicato dal Risorto nel segno del soffio e del respiro: «Alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20, 22). «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3, 8).
Lo Spirito Santo dà la vita e la forza per vivere nella fede del Cristo, il Risorto.
Nella sua opera “La città di Dio”, S. Agostino afferma: «Due amori hanno fondato due città: l’amore di sé fino al disprezzo di Dio ha fondato la città terrena; l’amore di Dio fino al disprezzo di sé ha generato la città celeste».
E’ lo Spirito Santo che ci conduce dall’amor proprio all’Amore di Dio e del prossimo e ci libera dal nostro egoismo. Ecco perché, ancora S. Agostino, nella sua opera “Lo Spirito e la lettera” spiega con queste parole come ciò avvenga: «Dopo averci giustificati con il suo dono, lo Spirito di Dio ci toglie il gusto del peccato, in ciò sta la libertà, come prima, senza di lui, trovammo diletto nel peccare, e in ciò era la nostra schiavitù».
Se l’uomo non si allontana dal peccato, lo Spirito Santo non può abitare nel suo cuore. Anche noi, come la prima comunità dei credenti, vogliamo allora innalzare questa preghiera di invocazione: «Signore, tu hai creato il cielo, e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, tu che per mezzo dello Spirito Santo dicesti per bocca del nostro padre, il tuo servo David: “Perché si agitarono le genti e i popoli tramarono cose vane?”, stendi la mano perché si compiano guarigioni, miracoli e prodigi nel nome del tuo santo servo Gesù» (At 4, 24-25.30).