La luce che illumina la vita – XXVII domenica tempo ordinario

 
 

«Accresci in noi la fede!» (Lc 17, 5)

Questa domenica Luca ci presenta due brani: nel primo sottolinea il valore della fede, nel secondo parla di un padrone che non ha ob-blighi verso il servo che lo ha fedelmente servito.

La fede!

Benedetto XVI, nel documento “Porta fidei”, rilancia la domanda che la folla di Cafarnao presenta a Gesù: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» (Gv 6, 28). La risposta di Gesù è: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato» (Gv 6, 29).

Noi che veniamo da famiglie cristiane, spesso rischiamo di non considerare più la fede come un dono: ci sembra normale credere; tuttavia, non dobbiamo dimenticarci che la fede è l’incontro personale con Gesù. Come scrive papa Francesco nell’enciclica Lumen fidei: «La luce della fede in Gesù illumina anche il cammino di tutti coloro che cercano Dio…». Racconta S. Ireneo di Lione che Abramo, prima di ascoltare la voce di Dio, già lo cercava «nell’ardente desiderio del suo cuore» e «percorreva tutto il mondo, domandandosi dove fosse», finché esclama: «Dio abbia pietà di colui che, solo, lo cercava nel silenzio» (Demontratio apostolicae predicationis, 24, SC 406, 117).

«Chi si mette in cammino per praticare il bene si avvicina a Dio, è già sorretto dal suo aiuto, perché è proprio della dinamica della luce divina illuminare i nostri occhi quando camminiamo verso la pienezza dell’amore». Così la Lumen fidei, 2013, n. 35.

Il secondo brano nel Vangelo di questa domenica, inoltre, indica le modalità della fede: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17, 10). Questo dovrebbe essere l’atteggiamento di ogni cristiano dopo aver lavorato nella vigna del Signore, ricordando uno scritto di Trilussa, che papa Luciani utilizzò in un’udienza in aula Paolo VI nel 1978: «Quella vecchietta cieca che incontrai / la notte che me spersi in mezzo ar bosco, / me disse: Se la strada nu’ la sai, / te ciaccompagno io, ché la conosco. / Se ciai la forza de venimme appresso, / de tanto in tanto te darò una voce / fino là in fonno, dove c’è un cipresso, / fino là in cima, dove c’è la Croce… / Io risposi: Sarà… ma trovo strano / che me possa guidà chi nun ce vede… / La Cieca, allora, me pijò la mano / e sospirò: Cammina! / Era la fede».