Gesù è la nostra meta – I domenica di avvento

 
 

Da questa settimana sarà suor Daniela Quaglia, della congregazione Suore di S. Giuseppe (Cuneo), a proporre il commento al Vangelo. Dinamica e disinvolta anche nell’utilizzo delle moderne tecnologie informatiche, segretaria dell’Arcivescovo e delegata diocesana Usmi, è ben nota in diocesi per il sorriso accogliente, la presenza vigile e discreta accanto a padre Enrico Masseroni, la cordialità contagiosa. Questa volta il Corriere eusebiano “investe” in un carisma tutto femminile che porterà senz’altro una ventata di novità spirituale.

La venuta del Signore è vicina

Con questa prima domenica di Avvento inizia il nuovo anno liturgico, la scuola permanente della fede. In questo tempo, la Chiesa ci invita a riflettere sulla venuta del Signore nella storia e alla fine dei tempi. La parola di Dio guiderà i nostri passi nelle quattro domeniche che ci preparano a festeggiare il Natale del Signore, disponendoci all’attesa in pellegrinaggio verso Betlemme. La prima venuta del Figlio di Dio si è realizzata nel nascondimento: Gesù è entrato nella storia prendendo carne nel grembo di Maria. E’ venuto nella povertà e nell’umiltà, nel silenzio di una notte; e questo silenzio di Dio ha “dato corpo” alle sue precedenti parole.

La meta del nostro avvento è Gesù stesso

E’ vero che Gesù viene a noi in ogni tempo; anzi egli dimora con noi ogni giorno, come disse ai suoi discepoli prima di salire al cielo. Ma c’è una grazia particolare di questo tempo liturgico: è la grazia di avere più viva coscienza di Gesù come colui che ci viene incontro… Dio viene nella nostra esistenza quotidiana; cammina accanto a noi, fa parte della nostra storia. Ma può accadere che non ce ne accorgiamo.

«Tenetevi pronti»

Verrà il Signore nostro Gesù e allora vi sarà la fine di questo mondo e la nascita di un mondo nuovo. Il Vangelo di questa domenica ci invita alla vigilanza: «Come ai giorni di Noè si mangiava e si beveva, si prendeva moglie e s’andava a marito…, finché venne il diluvio che portò via tutti quanti; così avverrà alla venuta del Figlio dell’uomo… Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il vostro Signore verrà». (cfr Mt 24, 37–42). «Quanto a quel giorno e a quell’ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre» (36). La fine del mondo ha destato e desta chiacchiere e curiosità: spesso alcune sette fanatiche hanno voluto definirne la data, ma hanno sempre dovuto ricredersi. Una cosa sola è certa: quel giorno verrà all’improvviso, come un ladro, quando meno ce l’aspettiamo.

Ma l’Avvento ci richiama alla vigilanza per accogliere Gesù oggi, nella nostra storia. Gesù è venuto, Gesù verrà, ma soprattutto Gesù viene. L’Avvento è tempo di un’attesa che ci impegna a riordinare la nostra coscienza, facendo spazi di silenzio davanti al mistero di Dio, accogliendo il dono della mediazione della Chiesa nel sacramento della Riconciliazione.

La domenica, giorno del Signore, con la partecipazione all’Eucaristia, ci mette in stato di “attesa della sua venuta” e, insieme, realizza quel lento, paziente ritorno del Signore nella storia dell’umanità, fino a «quando verrà di nuovo “ a giudicare i vivi e i morti” . Quello, sarà un giorno di gioia per tutti coloro che nella vigilanza hanno atteso la sua venuta e un giorno di condanna per quelli che hanno rifiutato il suo amore.

Il Natale, che si sta avvicinando, sarà un giorno radioso e bello se Gesù tornerà a nascere nel nostro cuore.