Il messaggio dell’Arcivescovo in occasione della Quaresima

 
 

FEDE E CONVERSIONE – Quaresima 2013

La fede: il problema non interessa, dicono molti. La vita va in altre direzioni: il lavoro, la carriera, i soldi, tirare sino a fine del mese. Oppure: la fede sì, ma sullo sfondo, per non dare preoccupazioni più di tanto. Se c’è questo lumicino ad illuminare l’oscurità della fine, persino la morte sembra essere meno intimorente.

La fede fa luce sulla vita per ricordare che la vita ha un fine: conoscere, amare Dio e le sue creature; fa luce sulla morte per dire che essa non è la fine, c’è una pienezza di vita che sta oltre. La testimonianza di Madre Teresa di Calcutta fa pensare: “Io sono disposta a perdere la vita, ma non a perdere la fede”.
E’ la fede che dà senso alla vita, non il contrario. La fede non è un’opinione tra tante, una filosofia delle chiacchiere sulla piazza del mercato; è una luce che illumina nelle molte chiaroscurità dell’esistenza. Senza la fede la vita è buia; è l’unica risposta alla domanda di senso dell’esistenza: ci dice chi siamo, da dove veniamo, dove siamo diretti, che cosa sta oltre l’ultima curva del tempo.

Ancora una volta il Papa fa un vero servizio alla vita di ogni persona umana quando incoraggia e motiva, da par suo, la restituzione di Dio all’uomo. Senza Dio ogni umanesimo è deludente e fallimentare.
A che pro, allora, un anno della fede? La risposta è solare: “L’anno della fede è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati” (La porta della fede, 6)

E’ di ritorno la quaresima dunque: per guarire dalle patologie della fede, dall’insignificanza di una vita tirata a campare nei giorni eguali, dal disinteresse, dai dubbi, dalle astrattezze.
La quaresima riconcilia la fede con la vita, anzi con la conversione, parola che sembra astratta e lontana dal cuore dell’uomo. Ed invece questo tempo pre-pasquale indica la stella polare per ridare la direzione giusta alla vita; è la stagione per ricomporre il binomio fede e conversione; non c’è affare più importante.
Ma tale binomio chiede di nutrire la fede con il pane saporoso della parola di Dio ogni giorno, ogni domenica; chiede di alzare lo sguardo oltre l’orizzonte delle cose urgenti per incrociare, nella fede, l’orizzonte del mondo invisibile con la preghiera; chiede di celebrare il perdono dopo averlo sperimentato con le persone che siedono alla stessa mensa; chiede la mortificazione dell’io egocentrico e narcisista per restituire vitalità alla cultura del noi.
Una fede che non accetta l’invito alla conversione non vive; una conversione senza la fede è astratta.

L’anno della fede, pertanto, nella parola del Papa, invita a fissare lo sguardo su Gesù. La quaresima, infatti è la stagione più ricca di grazia per diventare più donne e più uomini, aperti a Dio e agli altri con un supplemento di speranza in questi tempi attraversati dai venti della crisi economica ed etica. È il tempo per dare concretezza alla fede, amica della conversione; il tempo per restituire alla fede il primo posto tra i pensieri del vivere quotidiano. Perché solo essa, la fede, fa sentire sul collo il fiato dell’amore di Dio, che ci fa solidali soprattutto con coloro che segnano faticosamente il passo.
Solo una fede operosa e vera, concreta e coerente, sconfigge la cultura del menefreghismo indifferente a tutto.
Buona quaresima, dunque! “tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede” (Ebrei 12,2)