Ascensione del Signore Lc 24,46-53
– Impariamo a fidarci di Dio –
a cura di Mons. Sergio Salvini –
Con la solennità dell’A-scensione la Chiesa diventa “maggiorenne”. Gesù può andarsene e lasciare il timone della sua opera in mano ai discepoli.
Come in ogni festa esistono una parte bella e una brutta. La brutta è che Gesù sparisce. È brutto per noi che, infantilmente, avremmo preferito rimanesse visibile e a disposizione per ogni nostra necessità: che file di pellegrini e di malati ci sarebbero ogni giorno a Gerusalemme se così fosse! Ed è duro per il Signore, che deve fidarsi di noi e rinunciare a un contatto normale con i suoi discepoli, sua madre, tutti i suoi amici. Diciamo che è una nuova morte ma, allo stesso tempo, è bello, perché così la Chiesa è costretta a crescere e così facendo diventa rapidamente universale; come universale diventa la presenza di Gesù, che cambia stile. D’ora in poi egli non camminerà più solo con i discepoli, ma con chiunque glielo chieda, lasciandogli sempre la libertà di credere e di dubitare.
Ora Gesù ci invita a battezzare. Per poterlo fare, dobbiamo prima vivere il nostro battesimo. Forse non siamo mai riusciti a farlo totalmente, perché significa consegnare a Dio la nostra vita, fidarci di Lui, cosa che facciamo solo se costretti. Eppure questa è la meta. Se non riusciamo a raggiungerla, non sperimentiamo l’amore di Dio e dobbiamo pensare a salvarci da soli. Gesù ci fa la promessa di stare sempre con noi: preghiamo affinché possiamo rendercene conto sempre di più.
* * *
«Oh! gloria a Te, o Signore, che, sebbene sottratto alla nostra esperienza sensibile, pure sei con noi con la divina fedeltà alla tua finale promessa: “Ecco, Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20).
Noi guardiamo in questo momento l’orologio della nostra storia, e francamente crediamo e diciamo: adesso, sì, Egli, Cristo, risorto, vivo e celeste, è con noi; oggi noi onoriamo e proclamiamo a noi stessi, all’assemblea circostante, e ai Popoli dei quali noi rispettivamente siamo figli, e investiti, in certo modo, della loro rappresentanza: Cristo, il buon Pastore dell’umanità, il Maestro e il Salvatore del mondo, colui che «è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della Pace» (Is. 9, 5) è con noi.
Egli l’ha detto: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro” (Mt 18, 20); e noi, quanti qui siamo, appunto siamo riuniti nel Tuo nome»
(Paolo VI).