Buon Natale!

 
 

gli auguri dell’Arcivescovo

Carissime e carissimi, in questo tempo di restrizioni economiche e di movimenti limitati, ci sentiamo un po’ a disagio nello scambiarci gli auguri di Natale. Eppure, come ci sta ricordando Papa Francesco, questo Natale ci purifica e ci avvicina a quello vero di Gesù.

Maria e Giuseppe infatti, a causa di un decreto Imperiale (un DPCM dell’epoca) che invitava tutti recarsi nel paese di origine per un censimento, si ritrovarono lontani da casa e costretti a ripararsi in una stalla, dove Gesù venne alla luce ed ebbe per culla una mangiatoia.

Invece di lamentarsi, anche se ne avrebbero avuto motivo, Maria e Giuseppe reagirono nel modo migliore: confidare in Dio e nei fratelli e… non rimasero delusi.

Dio si servirà di fratelli a cui nessuno avrebbe mai pensato per portare il primo soccorso. I pastori infatti, i primi ad accogliere nella notte l’annuncio della nascita di Gesù e a muoversi verso la grotta, non erano affatto apprezzati dalla gente bene di Gerusalemme, anzi erano ritenuti mercenari a cui non importava nulla delle pecore. Quando vedevano arrivare il lupo, il pericolo, abbandonavano il gregge e invece di difenderlo, se ne avevano l’occasione, lo depredavano per nutrirsi e rivestirsi di lana.

Dio nel suo progetto di salvezza riparte proprio da loro, che sono il simbolo di tutti noi, di un’umanità degradata nelle tenebre dell’ingiustizia e della violenza verso gli altri e verso il creato.

Maria e Giuseppe assistono al miracolo del Natale: la luce di Gesù comincia ad illuminare e a cambiare il cuore dei pastori che si commuovono davanti al Bambino e con gli occhi pieni di gioia e di lacrime cominciano a lodare Dio. Poi ripartono dalla grotta trasformati, annunciando con gioia a tutti di avere incontrato il Salvatore, come era stato loro annunciato dall’angelo. La gente rimaneva stupita soprattutto nel vedere il volto nuovo dei pastori.

Ecco l’augurio di questo Natale: come accaduto ai pastori, nella notte della pandemia, non preghiamo di ritornare come prima, ma di ricominciare un cammino nuovo, alla luce della Parola fatta carne, nell’armonia con il creato e nella costante ricerca di fraternità con tutti. Sono queste le tre piste che dovremo percorrere come diocesi nel prossimo anno 2021 seguendo, come ho indicato nella breve lettera pastorale, uscita in questi giorni, le orme del nostro padre Eusebio che ci ha lasciato in eredità il Vangelo tradotto dal greco in latino, la vita fraterna del Cenobio e l’amore per la sua terra.

Coraggio, non siamo più soli, ma alla presenza luminosa di quel Bambino, l’Emmanuele, venuto per accompagnarci come il buon Pastore disposto ad offrire la sua vita per ciascuno di noi.

+Marco Arnolfo