Dal buio alla luce – II domenica di Pasqua
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L’immagine qui sopra rappresenta l’acronimo Ikthùs (in greco “pesce”) che significa Iesus Christòs Theù Hyiòs Sotèr ovvero Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. Veniva utilizzato come segno di fede e di riconoscimento tra cristiani, durante le persecuzioni, per fidarsi gli uni degli altri.
Anche a molti di noi, pur sperimentando ogni domenica il dono dell’Eucarestia sembra di non avere un incontro diretto con Gesù, come accadde a coloro che poterono toccarlo e vederlo: infatti anche a noi, come a Tommaso, è rivolto il monito: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto, beati quelli che non hanno visto e han- no creduto» (Gv 20, 29). Ma che cos’è la fede? Viene spontaneo chiedersi.
Quando penso a questa domanda mi torna in men- te il racconto del clown nell’opera Introduzione al cristianesimo di Benedetto XVI. «Si racconta che improvvisamente un circo prese fuoco. Il direttore si imbattè nel clown, già abbigliato per lo spettacolo: senza pensarci due volte, lo mandò a chiamare aiuto
nel villaggio vicino, oltretutto c’era il pericolo che il fuoco, divampasse anche al villaggio. Il clown si mise a gridare e tentava inutilmente di scongiurare gli uomini ad andare a spegnere l’incendio, spiegando loro che non si trattava di una finzione o di un trucco, bensì di un’amara realtà. La gente, invece, applaudiva, pensando che fosse un trucco del mestiere… La commedia continuò così, finché effettivamente il fuoco s’appiccò al villaggio, e ogni aiuto giunse troppo tardi: villaggio e circo andarono entrambi distrutti dalle fiamme» (Introduzione al cristianesimo, trad. it., Brescia 1969, pp. 11-12).
Per “dire la fede” è necessario che coloro che parlano e coloro che ascoltano si lascino illuminare dallo Spirito. «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo ma credente» (Gv 20,2 7).
Ecco cos’è la fede: un dono e un arrendersi a Dio, trasformando la propria vita. Poche parole del Risorto e Tommaso è in ginocchio per proclamare la sua fede: «Mio Signore e mio Dio” (Gv 20, 28).
Perché avvenga anche in noi, dobbiamo sforzarci di entrare in sintonia con Gesù, ascoltando la sua Paro- la, per viverla nelle scelte esistenziali quotidiane, per riaccendere la luce della fede, affinché illumini i progetti della nostra esistenza.