Donata all’antica Abbazia di Grottaferrata la reliquia del cappellano alpino beato don Secondo Pollo

 
 

Che gli Alpini siano, da sempre, impegnati su più fronti, è una costante che appartiene alla storia di questo straordinario corpo dell’Esercito Italiano, ma pensare che una sezione di non grandi dimensioni, come quella di Vercelli, sia contemporaneamente presente in due paesi di ridotte dimensioni, Omegna, in una delle più giovani provincie italiane; Grottaferrata, una delle più antiche basiliche d’Europa, risalente al 1004, rappresenta un’assoluta novità.
Maurizio Mattiuzzo e Gian Domenico Ciocchetti, rispettivamente consigliere ed ex presidente della sezione Vercellese accompagnati dal cappellano, don Ettore Esposito, si sono recati a Grottaferrata per donare una reliquia del Beato Don Secondo Pollo all’Abbazia di San Nilo, unica Basilica Pontificia di rito greco bizantino.
Nell’omelia della Divina Liturgia, così è detta la Messa nel rito orientale, con preghiere espressamente dedicate all’esercito, che nella liturgia bizantina è comunque sempre presente, in suffragio per i caduti di tutte le guerre, il parroco, Padre Bessarione Cuocci, ha proposto la figura del Beato don Secondo quale esempio di servizio per gli altri, nel solco dell’imitazione di Gesù Cristo, portato sino al dono supremo della propria vita.
Anche il Sindaco di Grottaferrata, cittadina di oltre ventiduemila abitanti, che nell’occasione era affiancato anche dalle sue colleghe di Marino e di Frascati, ha ingraziato più volte la delegazione vercellese e ha voluto essere presente con i loro anche al di fuori dei momenti ufficiali e, al di là dello stretto protocollo della manifestazione, cui hanno partecipato delegazioni ufficiali di tutte le Forze Armate e del Corpo Militare della Croce Rossa, ha voluto sia il vessillo sezionale sia il gagliardetto del gruppo Don Pollo sempre in prima fila.
Gli alpini dei Castelli Romani, organizzatori della manifestazione, guidati dal capo gruppo Giustino Nicolai, visibilmente commesso in più di un’occasione, si sono impegnati a custodire “insieme ai monaci con tutto il nostro cuore alpino – ha detto il Nicolai – questo immenso regalo ricevuto e il Beato don Pollo sarà veramente a casa sua”.
Il padre Abate archimandrita della basilica di San Nilo da poco più di un anno, padre Michel Van Parys, che conosce molto bene il vercellese essendo da molti anni membro del comitato scientifico che prepara annualmente il convegno internazionale di spiritualità ortodossa di Bose, ha inserito il nome del Beato vercellese tra le invocazioni della Divina Liturgia domenicale.
Fedeli allo spirito di servizio che contraddistingue da sempre gli alpini, la delegazione vercellese grazie ad una generosa donazione di una tonnellata di riso effettuata da Giacomo Costanzo della Tenuta Santa Clotilde, lavorato dalla Cascina Belvedere di Bianzè, nel viaggio di ritorno è stata ricevuta in Vaticano dall’elemosiniere di Papa Francesco, l’Arcivescovo Konrad Krajewski, ancora oggi chiamato semplicemente don Corrado, al quale, come espressamente voluto dal Sommo Pontefice è stato consegnato il prodotto simbolo della nostra terra per i bisogni dei meno fortunati.
Mentre venivano scaricati i sacchetti una parte degli stessi veniva immediatamente inviata alla mensa della Caritas di Ladispoli che ogni giorno assiste centinaia di persone.
La deviazione in Vaticano ha permesso al gruppo dei vercellesi di trascorrere alcuni momenti di incontro con il Cardinal Bertone, che ha salutato singolarmente ogni partecipante ricordando di ognuno qualche momento di vita vissuta insieme nel suo periodo “eusebiano”, e dal Cardinal Versaldi che ha rinviato alcuni appuntamenti per accompagnare il gruppo in una rapida visita in San Pietro e condividere, amichevolmente, una ristoratrice pausa caffè.