I cristiani e gli islamici “provocati” dall’amore

 
 
La condizione dei cristiani in Medio Oriente pare diventare sempre più tristemente preoccupante. Mentre tra Israele e Gaza vengono puntualmente infrante le timide richieste di cessare il fuoco a scopi umanitari, martedì 29 un missile ha distrutto una parte della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in Palestina, ubicata nel quartiere orientale di Gaza City. Per radere al suolo una casa nelle vicinanze, sono stati devastati la scuola parrocchiale, l’ufficio della canonica e altri locali. Fortunatamente salvi il parroco Jorge Hernandez e tre suore di Madre Teresa, che si occupano di 9 donne anziane e di ben 29 bambini disabili. Da più fronti del vicino continente asiatico, intanto, si è levata un’unanime condanna al Califfato autoproclamato dai miliziani dell’Isis in quanto, giustamente, viola i fondamentali principi islamici. Il volto umano, caritatevole e accogliente dei cristiani, nonostante tutti e tutto, è comunque una luce di speranza per chiunque. Basti pensare che un migliaio di musulmani, senza più una casa, per celebrare lunedì 28 la fine del Ramadan, sono stati fraternamente accolti a Gaza nella chiesa ortodossa di San Porfirio. Pregando sotto l’icona di Gesù, un giovane islamico ha confidato che lì «l’amore tra i musulmani e i cristiani sta aumentando». Un “sogno” che papa Francesco due mesi prima (era il 25 maggio 2014) aveva espresso tra i bambini del campo profughi palestinese di Dheisheh: «La violenza non si vince con la violenza! La violenza si vince con la pace!».

Giorgio Morera