II domenica di Quaresima – Mettiamoci in ascolto della Parola
Potere, luce, gloria, traspaiono nell’immagine del Cristo trasfigurato: è la preghiera che rende il suo vestito bianco come la neve e il suo volto splendente come il sole, è la preghiera che pervade l’uomo per renderlo simile a Dio.
L’evento della Trasfigurazione «ha inaugurato un giorno ciò che rimane ogni giorno il compito del cristiano: lasciar irradiare il mistero pasquale nel presente del suo cammino do- loroso, già prima della sua consumazione nella gloria…» (Léon-Dufour). Grazie a tale anticipazione della gloria definitiva in un’esperienza precaria, continuamente minacciata, il cristiano sa bene che il cielo è disceso sulla terra, l’eternità è entrata nel tempo, mentre la tela della felicità viene intessuta con il filo del dolore, vissuto con fede.
«La notte è il luogo, la notte è l’essere in cui si immerge, in cui si nutre, in cui si crea, in cui si fa. In cui fa il suo essere. In cui si rifà. La notte è il luogo, la notte è l’essere in cui si riposa, in cui si ritira, in cui si raccoglie …» (Il portico, in Oeuvres poetiques).
Potremo applicare queste parole alla preghiera di Gesù: la sua missione nasce dal suo colloquio con il Pa- dre.
In questa seconda domenica di Quaresima, il Vangelo ci presenta la “Trasfigurazione” di Gesù e soprattutto le parole del Padre: «Questi è il mio figlio prediletto… ascoltatelo» (Lc 9, 35). La voce divina
Rahner ha scritto un bellissimo pensiero: «La dimensione del cielo dovrebbe pertanto caratterizzare proprio l’esistenza terrena, attraverso una fede che si manifesta tanto più dono dall’alto, quanto più è una fede che ama la terra».
È talmente stupendo il momento che vivono gli apostoli che Pietro, ancora
una volta, esclama con tanta umanità: «Facciamo tre tende e restiamo qui» (Lc 9, 33). E, infatti, costruisco- no la tenda per incontrare Dio non solo materialmente (tempio) ma, soprattutto, nel loro cuore, perché l’uomo possa ascoltare, sentire, meditare la Parola che Dio ha donato ad ogni creatura assetata di Verità. Ecco perché la Quaresima è tempo di preghiera: perché Dio possa parlare alla vita dell’uomo.
«Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11, 1).
Si impara a pregare, pregando. Decidiamo di cominciare riservando un po’ del nostro tempo a Dio, ogni giorno: questo sia il nostro proposito per la Quaresima e per la nostra vita.