III Domenica di Quaresima – “IL TEMPO DI CERCARE”
Il crollo della torre civica in Emilia … un’ immagine reale e recente, non di arte ma di distruzione dell’arte
«Quei diciotto sui quali rovinò la torre di Siloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo» ( Lc 13, 4-5 ).
Queste parole di Gesù aiutano tutti, senza eccezione, ad una comprensione profonda di quanto è accaduto. Guardiamoci tutti dal pensare che ci sia una relazione diretta e precisa tra calamità e colpa. Ciò risulta anche da un altro episodio del Vangelo narrato da Giovanni, in cui si parla di un cieco dalla nascita e di un suo presunto peccato. ( cfr. Gv 9,3 ).
Se Gesù fosse qui di persona, nella nostra epoca, molto probabilmente ci direbbe le stesse parole che pronunziò circa duemila anni fa: « ritenete che tutte queste persone morte per fame, per malattia o per la guerra o in disastri vari siano più colpevoli degli altri per aver subito questa triste sorte? Queste persone non sono più colpevoli di tutti voi.»
Gesù vuole usare le nostre emozioni per farci riflettere e per farci comprendere che tutti siamo sotto il dominio del peccato e tutti siamo condannati ad una morte certa se non accogliamo dentro di noi la salvezza che ci è offerta gratuitamente per mezzo della fede in Cristo.
Le parole di Gesù sono forti e ci comunicano l’esigenza di non perdere tempo. Oraè il tempo di cambiare vita. Un cambiamento sostanziato da azioni concrete, quotidiane per giungere alla Pasqua veramente rinnovati.
Al contrario, occorre evitare di essere come il fico infruttuoso, simbolo dell’infedeltà di Israele.
Gesù, però, lascia aperta la porta – “ la porta della fede ” ( At. 14,27) – per ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio e del Pane della vita: Sacra Scrittura ed Eucaristia.
S. Agostino diceva: “ Prendi e leggi, prendi e leggi” ( Conf. Libro VIII, 12.29 ). Oppure, ancora, come affermava il teologo Barth: “ dobbiamo avere in una mano la Bibbia e nell’altra il giornale”. La Parola di Dio così illumina la storia e risuona sempre nuova nel cuore dell’uomo assetato di Dio.
“ Non pensate che quelli che subiscono disgrazie siano più peccatori degli altri ” ( Lc. 13,2).
Allora, la Bibbia diventa chiave di lettura per gli eventi della storia, anche i più luttuosi: una disgrazia non è segno di un castigo da parte di Dio, ma di una situazione di provvisorietà nella quale tutti viviamo.
Perciò la sofferenza, non va pensata come una punizione che viene da Dio, ma diviene richiamo che ci rammenta che siamo in cammino in un mondo provvisorio e segnato dal “peccato”, per questo siamo invitati ad affrettare la nostra conversione.
L’anno della fede è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo.