Il primo saluto ai vercellesi di Mons. Marco Arnolfo [Articolo completo]

«La mia serenità frutto della preghiera di S. Eusebio e di tutti voi»

 di don Marco Arnolfo, arcivescovo eletto

S. Eusebio prega per noi! Carissimi, da quando Papa Francesco mi ha chiamato a stare con voi, mi sorprendo ad invocare ogni giorno il nostro Santo. E’ vero, all’inizio la mia preghiera era avvolta dall’angoscia, un po’ come quella di Gesù nell’orto degli ulivi, perché mi sembrava di essere solo di fronte a un servizio, quello del Vescovo, troppo gravoso per me; poi poco alla volta ho sperimentato una grande pace nell’abbandonarmi alla volontà di Dio. Questa serenità è sicuramente il frutto della preghiera di S. Eusebio e di quella di ciascuno di voi, a partire da quella dell’Arcivescovo, Padre Enrico. Quante persone in questi giorni mi hanno assicurato la loro preghiera! Volti noti, incontrati nelle diverse comunità dove sono stato, ma anche nuovi amici che ti regalano la preghiera per la nuova missione. Grazie.

Grazie Signore perché mi circondi con la tua premurosa tenerezza e mi sproni a seguirti sulle tue vie. Carissimi quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le vie del Signore sovrastano le nostre vie, i suoi pensieri sovrastano i nostri pensieri, dice il profeta Isaia, per cui chi potrebbe seguire il Signore e la sua volontà senza quell’abbandono fiducioso che nasce dalla preghiera? Gesù stesso pregava intensamente: «Padre non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22, 42). Il giorno dopo l’annuncio ufficiale sono venuto a Vercelli per la prima volta, quasi di nascosto, solo per porgere il mio saluto riconoscente a Padre Enrico e affidarmi alla sua preghiera. Ho sentito nel suo abbraccio anche il vostro e mi sono ritrovato già a casa. Ormai le nostre storie si sono incontrate  per diventare un’unica storia, quella di Dio. Sono ritornato ad Orbassano, ma in realtà avevo già iniziato un cammino nuovo con voi. Camminiamo insieme con tutta la Chiesa che proprio mercoledì, giorno delle ceneri, ha iniziato un particolare tempo di grazia, in preparazione alla Pasqua di risurrezione del Signore. E’ la provvidenza divina che ci ha offerto questa stupenda occasione per rivedere il nostro stile di vita, la nostra fede, nell’ascolto profondo della Parola di Dio. Non c’era altro modo migliore, per me e per voi, per prepararci a vivere insieme.

Signore aumenta la mia fede. Personalmente sento il bisogno di convertirmi, di andare oltre la fede superficiale che purtroppo, troppe volte, ci riveste e non ci fa essere in nulla diversi da chi non crede: «Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?» (Mt 5, 46-48). La fede che il Signore vuole che invochiamo da lui, in questo tempo, è quella che sposta le montagne, in particolare il monte del nostro egoismo, che ci inchioda a terra e ci impedisce di muovere verso gli altri. Per fede Abramo ha lasciato la sua terra, le sue sicurezze per una terra che non conosceva; per fede Madre Teresa ha lasciato la vita comoda in un collegio per vivere sulla strada con i più poveri; per fede un giovane sposo ha lasciato una prestigiosa promozione che avrebbe però messo a rischio la sua vita coniugale e familiare. Se non ci capita mai di andare contro il nostro istinto, che non ci lascia andare oltre la commozione del momento, per aiutare un fratello, se non mi interrogo mai su come uso il mio tempo libero e il mio denaro, allora la nostra fede è pericolosa perché ci illude di essere cristiani, senza essere seguaci di Cristo.

«Ritornate a me con tutto il cuore». Carissimi, anche se ci sentiamo lontani o con una fede superficiale, accogliamo l’invito del Signore a ritornare da lui con tutto il cuore. Voglio approfittare di questa quaresima per ritornare con voi alla sorgente, là dove l’acqua è più pura e incontrare Cristo fonte dell’amore, sarà come rituffarci nelle acque del battesimo per rinascere alla vita nuova di figli di Dio. Saremo particolarmente aiutati dalle letture delle messe domenicali a riscoprire questo sacramento che ci ha generato nella fede, ci ha inseriti nella famiglia della Chiesa e ci ha resi partecipi della vita eterna. Tutti siamo chiamati, nessuno è escluso. Non importa se siamo caduti in basso e ci troviamo rinchiusi dietro i nostri sbagli, magari anche in carcere; spalanchiamo le porte del nostro cuore a Cristo, ci porterà alla luce di una libertà interiore, per ricuperare la nostra grande dignità perduta. Sei giovane, ma non ti sei mai chiesto sul serio come puoi investire la tua vita per Dio e per i fratelli, allora questo è il tempo per rientrare più profondamente in te stesso e lì incontrarti con Colui che ti ha chiamato alla vita per essere un riflesso gioioso del suo amore. Lasciati aiutare, troverai un animatore o un catechista, una suora o un prete pronti a darti una mano. Diventa anche tu la mano del Signore per altri tuoi amici. Sei disoccupato, sfiduciato, lasciati accompagnare dal Signore nella tua Comunità alla ricerca, magari lunga, ma intraprendente e fiduciosa di una nuova occupazione; questo è il tempo per ricuperare piena fiducia in se stessi e rimotivare il nostro cammino. Sei stanco, provato dalla malattia o da altre sofferenze che dilaniano il cuore o la famiglia, ritorna al Signore e getta nel suo cuore ogni tuo affanno e lo sentirai vicino portare con te la tua croce.

Carissimi volevo soltanto condividere i miei sentimenti per questo tempo prezioso della Quaresima che, se da una parte ci vede ancora separati, dall’altra ci accomuna nel medesimo cammino di conversione, morire all’uomo vecchio per risorgere in Cristo, creature nuove, però mi accorgo che mi sto già dilungando troppo. Avremo occasione per conoscerci, ascoltarci molto, riprendere il meraviglioso cammino che avete percorso con l’Arcivescovo P. Enrico e portarlo a compimento su vie nuove, che lo Spirito vorrà suggerirci.

O Maria, Madonna degli Infermi, a te ci affidiamo, malati nel corpo e nello spirito. Sollevaci a te e donaci di sperimentare la tua materna e premurosa protezione. Il tuo sguardo ci orienti dietro al figlio tuo Gesù e ci faccia gustare la gioia di camminare insieme.

Un saluto cordiale ai Cardinali Tarcisio Bertone e Giuseppe Versaldi, che hanno amato e servito la nostra Chiesa eusebiana, ai vescovi di provenienza diocesana Natalino Pescarolo e Gianni Ambrosio, ai missionari, ai preti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai due giovani seminaristi. Un caloroso saluto a tutti i fedeli laici chiamati ad essere sempre di più corresponsabili con i sacerdoti e i diaconi nel cammino della Chiesa e testimoni credibili nei loro ambienti di vita. Saluto con grande rispetto e riconoscenza tutte le autorità civili e militari nel desiderio di una piena collaborazione per il bene di tutti nel totale rispetto delle proprie competenze istituzionali.

Ancora un abbraccio devoto e filiale a Papa Francesco, al Nunzio Apostolico Adriano Bernardini e a Padre Enrico, nel segno di una comunione profonda che ci unisce tutti in Cristo, unico Pastore delle nostre anime.

Ci accompagni e ci benedica il Signore.

Vercelli, 5 marzo 2014,
Mercoledì delle Ceneri

don Marco Arnolfo – arcivescovo eletto