IV domenica di Pasqua – Gv 10,27-30
Ascoltare, conoscere, seguire –
a cura di Mons. Sergio Salvini –
Da quattro settimane siamo immersi nel tempo della Pasqua. Una solenne celebrazione cominciata la domenica di Resurrezione e che culminerà con la Pentecoste. E’ come una scuola che la Chiesa offre al popolo di Dio, attraverso la Parola di salvezza, per entrare nel mistero della Resurrezione: capolavoro d’amore di Dio.
Ecco il valore di queste domeniche: assimilare, con l’aiuto della Parola di Dio, quanto è avvenuto dopo la Resurrezione di Gesù. Gli Atti degli Apostoli – il “giornale” con il racconto della prima comunità – rispondono al desiderio di conoscere quello che è accaduto dopo la Risurrezione di Cristo e testimoniano la vita della Chiesa ancora neonata, formata da un piccolo gruppo di persone credenti.
Domenica scorsa il Vangelo ci ha portati sul “mare di Tiberìade”, tra i pescatori; oggi ci parla di pastori. Una sorta di insegnamento da parte di Gesù: invitare i suoi ad essere pescatori di uomini e pastori di anime. In tutti e tre i cicli liturgici la IV di Pasqua è la domenica del “Buon Pastore” e si legge un brano del capitolo 10 del Vangelo di Giovanni. Gesù parla di sé come pastore del grande ovile dell’umanità. Il termine originale è “bello”. Perciò Gesù dice: “Io sono il bel pastore”. Non si tratta tanto di una bellezza fisica, quanto di una bellezza dell’essere. È il fascino dell’essere o dell’animo umano. La bellezza dell’anima attrae perché è la bellezza della verità. La verità che conosce la strada e la mèta. Cristo è il “bel” pastore perché ci conduce verso pascoli fertili, verso ideali stupendi, dai grandi orizzonti.
Ascoltare, conoscere e seguire, sono i tre verbi in cui si riflette la relazione del Maestro con i discepoli. In loro si riassume il cammino e la ricchezza dell’esperienza cristiana. Il Signore conosce le sue pecore. La conoscenza del Signore passa attraverso l’ascolto della Parola e la Parola accolta riempie di gioia.
Mediante l’ascolto dimostriamo di appartenere a Cristo. La sequela di Cristo è ardua perché è fatta anche di dolore e di croce, ma è l’unica che garantisca la salvezza.
Scegliamo Gesù come pastore, il Vangelo come metro di giudizio, l’amore autentico come percorso per arrivare a Dio.
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Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni S. Agostino scriveva: «Dio voglia che non manchino ai nostri giorni buoni pastori; Dio non permetta che ne rimaniamo privi; la sua misericordiosa bontà li faccia germogliare e li costituisca a capo delle chiese. Certo, se vi sono delle buone pecore, vi saranno anche buoni pastori; perché dalle buone pecore si formano i buoni pastori» (dal “Discorso sui pastori” 46,29-30).