IV domenica tempo ordinario Lc 4,21-30

 
 

– L’amore di Dio è universale –

a cura di Mons. Sergio Salvini –

«Tutti gli davano testimonianza» (v. 22). Il verbo greco è martireo, che significa “testimoniare, dare testimonianza”: secondo i contesti, a favore o contro. In questo brano del Vangelo si deve tradurre: «e tutti gli erano contro». Erano contro perché Gesù non ha letto il brano del giorno e ha censurato il profeta Isaia laddove parla della vendetta contro i pagani.

Tutti gli erano contro «ed erano meravigliati», cioè scandalizzati. Gesù parla della grazia, ovvero della liberazione, che egli rivolge a tutta l’umanità, non considerandola esclusiva di un popolo: anche i pagani, infatti, sono destinatari di questo dono. I nazaretani non lo accettano. Quindi erano scandalizzati «dalle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è costui il figlio di Giuseppe?”». Non mettono in dubbio la paternità di Gesù figlio di Giuseppe; ma il «figlio», nel mondo ebraico, è colui che assomiglia al padre per il comportamento, per le idee.

Cristo, di fronte alla forte reazione della gente riunita nella sinagoga, non rimedia alla situazione, anzi, conficca il dito nella piaga citando due episodi sui quali la tradizione di Israele preferiva sorvolare. Il primo è l’intervento di Dio a favore dei pagani, durante la famosa carestia di Israele al tempo di Elìa; Gesù giunge ad affermare che l’azione di Dio è anche per i pagani. In secondo luogo, ricordando la piaga della lebbra, sottolinea: «Nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro…». In questo caso il beneficato è tra i nemici storici di Israele. Ma Dio non fa preferenze: il suo amore si rivolge all’intera umanità.

Tutti si riempiono di sdegno, ribolliscono di rabbia. Si alzano e lo cacciano dalla città. «Fuori della città» è il luogo delle esecuzioni capitali. E Gesù sarà crocifisso fuori da Gerusalemme. Fuori dalla città sarà lapidato Stefano. Proprio in una sinagoga Gesù annuncia l’amore universale di Dio: non un amore privilegiato, esclusivo ma universale. E proprio lì, a casa, il Rabbi incontra resistenza e rabbia, addirittura violenza nei suoi confronti.

«Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino» (v. 30). È un’immagine simbolica che raffigura la risurrezione di Gesù: lo uccideranno, ma lui continuerà la sua esistenza. Rifiutato da Israele, Gesù rivolgerà il suo messaggio d’amore anche ai popoli pagani.

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«Una delle cose più difficili da capire, per tutti noi cristiani, è la gratuità della salvezza in Gesù Cristo. Quando entriamo nel mistero di Dio di “questo amore senza limiti”, rimaniamo meravigliati e, forse, “preferiamo non capirlo”. Non accorciamo gli orizzonti di Dio, il suo amore non ha limiti. La sintesi di tutto è “amare Dio e amare il prossimo”.

E con questo “atteggiamento di amore”, noi siamo all’altezza della gratuità della salvezza, perché l’amore è gratuito»

(papa Francesco).