La Censura del Divino
Si dice che il malanno che affligge di questi tempi l’Europa sia la crisi economica. Sia pure, ma c’è ben di peggio. Ci sono ben altri malanni più perversi e insidiosi, come ad esempio la crisi del divino. Per farmi capire porto un sintomatico esempio.
L’altra sera in telegiornale si parlava di calunnia. Dopo avere ricordato immancabilmente che “la calunnia è un venticello”, è stato intervistato uno psichiatra che discettava sui meccanismi cerebrali che fanno scattare la calunnia, i disastri mentali che provoca nel calunniatore, i guasti che produce nelle relazioni umane. La calunnia è stata visitata esclusivamente a livello psico-sociale, senza che il “sofo” di turno fosse minimamente sfiorato dal sospetto che la calunnia possa anche essere peccato.
Già, perché se si dice che la calunnia è peccato, si tira in ballo Dio sul quale à calata una grande censura culturale. Accennarvi anche solo di sfuggita è più dannoso che la calunnia stessa. Quando bisogna ragionare di calunnia i media non vanno a pescare un prete, che potrebbe illustrarne la responsabilità morale, ma uno spremi-cervelli che spieghi in quale circonvoluzione cerebrale alligna. Dio deve essere costantemente obliterato per rispettare i sentimenti di quelli che non ci credono. Ormai i media sono giunti a questo eccesso di sofisticazione, quindi tutto deve essere laico ed è laicizzata persino l’etica tradizionale se nella calunnia, come in altri misfatti, si ravvisa solo disordine sociale e non trasgressione di un preciso precetto morale (ottavo comandamento) che vieta di dire in male cose false sul conto altrui. Non solo non esiste più una percezione della morale religiosa, ma neppure della morale kantiana. Il filosofo di Königsberg aveva impiantato un sistema morale sul precetto del dovere, condiviso da ogni uomo di retto sentire, salvo essersi accorto cammin facendo che quel sistema non stava in piedi se non aveva Dio come garante. Quindi Dio non dimostrabile con la ragione teoretica, viene ricuperato come postulato dalla ragione pratica per garantire il sistema etico. Ma se l’etica non esiste più, anche in questa sede si può fare a meno di Dio. In ciò la laica Europa è coerente.
L’uomo quando ha l’arrogante pretesa di essere arbitro di se stesso, spazzando via Autorità a sé superiori, ossia Dio, combina solo dei pasticci, e lo stiamo vedendo negli gli omo-matrimoni che varie legislazioni europee hanno deciso si legittimare o stanno per farlo. So che così dicendo mi autoclassifico come un bieco omofobo, ma accetto con orgoglio la taccia.
Dio è colpito da censura mediatica per rispetto verso i liberi pensatori. Le parolacce in televisione invece risuonano perché sono espressione culturale! Le patrie istituzioni Dio non lo menzionato mai, perché sono laiche, ma ogni ceto della pubblica amministrazione, sia civile sia militare, ha il suo Santo protettore. Quando Obama raccomanda di pregare per qualcuno – recentemente lo ha fatto per Mandela – dimostra di vivere in un altro pianeta, molto diverso dalla “moderna” Europa. Lo fa con grande libertà di pensiero, per nulla complessato: cosa che capi e capoccia europei non si sognerebbero mai di fare, perché l’Europa è nobilmente laica.
La polemica contro il crocifisso in luogo pubblico, ora sopita (ma fin quando?), era solo avvisaglia di queste nuove civilissime conquiste che non fanno altro che togliere Dio di fra i piedi al Vecchio Continente, talmente vecchio da essere colpito da una specie di Alzheimer culturale.
Alberto Albertazzi