Meic: don Cesare Massa ricordato nel centenario della nascita

 
 

La messa celebrata da don Galazzo e la commemorazione di Maurizio Ambrosini

Don Cesare Massa è stato una figura di spicco del mondo religioso, politico e culturale vercellese tra la seconda metà del ‘900 e gli inizi di questo secolo, lasciando un’eredità ancora viva e portata avanti dal gruppo vercellese del Meic, a lui intitolato. Mercoledì 13 marzo il Meic di Vercelli ha ricordato il centenario della nascita del suo fondatore, don Cesare Massa, con l’iniziativa “L’animazione culturale nella Polis. Una fede pensata, pensante e operosa”. Alle 17,30 è stata celebrata da don Maurizio Galazzo una messa nella cappella del seminario. Seguita  da una commemorazione a cura di Maurizio Ambrosini, sociologo e da un reading di testi di don Cesare, letti da Roberta Bosetti, attrice vercellese di fama nazionale e non solo, che lo ha personalmente conosciuto. «Ringrazio don Maurizio Galazzo, che anni or sono accettò l’invito di don Cesare a ricoprire il suo incarico diventando il nuovo Assistente del Meic di Vercelli – ha sottolineato Tommaso di Lauro, presidente del Meic di Vercelli, in apertura dell’iniziativa – Grazie a quanti hanno voluto ricordare questo grande amico e sacerdote, a cento anni esatti dalla sua nascita, avvenuta il 13 marzo 1924. Ringrazio Maurizio Ambrosini per la sua sempre preziosa disponibilità, Roberta Bosetti, l’Ensemble San Michele diretta dal maestro Giuseppe Odone. Ringrazio anche Paolo Ambrosini e la Cooperativa Igea, che tramite Sant’Eusebio Channel ci offrono la possibilità di rivedere anche online quest’evento. Grazie agli amici Piero Volpiano e Adem Sina, che riprendendo alcuni album fotografici realizzati da Gianfranco Musso, Gilberto Ricolfi, Marilena Fonsatti, Lucia Pigino e altri amici, hanno realizzato un progetto grafico che proietteremo a breve e che farà da sfondo al nostro ricordo». Al sociologo Maurizio Ambrosini è stata affidata la commemorazione: «Cesare Massa lasciò la politica per il sacerdozio nei fervidi anni del post-concilio Vaticano II – ha ricordato nel proprio intervento – Consacrato prete nel 1969, per anni diresse l’Eusebiano, predecessore dell’attuale Corriere eusebiano, facendone una voce originale e autorevole nel dibattito pubblico». Ambrosini ha proseguito sottolineando: «Fu nella nostra diocesi, e oltre, un anticipatore e un divulgatore delle grandi novità conciliari: il dialogo ecumenico e interreligioso, la conoscenza delle Sacre scritture, l’impegno per la pace e la liberazione dei popoli, la responsabilità dei laici nella chiesa. Era un punto di riferimento per giovani e meno giovani, cattolici e non cattolici, persone in ricerca che si rivolgevano a lui per consiglio e guida spirituale – ha aggiunto – Uomo di grande cultura, era invitato a tenere conferenze, corsi, esercizi spirituali in molte diocesi italiane.. Ma a Vercelli ha dato il meglio di sé, prima con il Piccolo Studio nella cripta di Sant’Andrea, poi con il Meic. Amico personale di molti vescovi e intellettuali, per oltre trent’anni con i Settelunedì e con le Tavole di riflessione del Teatro Civico, ha portato nella nostra città voci e fermenti del dibattito culturale ed ecclesiale nazionale».