Messaggio Quaresimale 2020
26 febbraio 2020 Mercoledì delle Ceneri
Carissimi fedeli tutti della Diocesi di Vercelli,
Carissimi sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose,
iniziamo quest’anno il cammino quaresimale con il digiuno non solo dal cibo, ma anche dalle celebrazioni comunitarie di preghiera e in un clima di restrizioni precise riguardo alla libertà di movimento e di aggregazione. Il sacrificio che ci viene chiesto, però, è per un bene più grande, la nostra salute fisica, e ben si accosta alla Quaresima, tempo favorevole per prenderci cura della nostra salute integrale, al fine di star bene con gli altri, con noi stessi, con la creazione e con Dio.
«Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato – ci dice Papa Francesco nel messaggio per questa quaresima – Questa nuova opportunità dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore».
Un senso di riconoscenza, quest’anno in particolare, per dire grazie a tutti coloro che stanno lavorando in questi giorni con grande generosità e competenza per la nostra salute, a partire da tutto il personale sanitario, infermieri e medici, a tutti coloro che sono impegnati a diversi livelli a combattere questa malattia. Ci siamo troppo abituati a pretendere dagli altri e a imporre i nostri programmi dimenticando la nostra vulnerabilità e soprattutto che la vita, la nostra vita, è un dono di cui essere riconoscenti verso Dio, i nostri genitori, le nostre famiglie e tutti coloro che nella società si prendono cura di noi per la salute, la scuola, il lavoro.
Questo tempo può scuoterci dal nostro torpore di una vita cristiana spesso fatta di abitudini senza convinzione, di messe senza preghiera, di celebrazioni senza l’incontro con Dio, di relazioni in famiglia senza amore, di attività sociali senza giustizia. L’impedimento temporaneo alla partecipazione delle celebrazioni comunitarie ci aiuti a riscoprirne il valore e la responsabilità che abbiamo nei confronti di tanti fratelli e sorelle nel mondo a cui non è ancora permessa oggi la libertà religiosa. Ci aiuti anche a rivalutare la preghiera nelle nostre case, in famiglia, che non dovrebbe mai mancare, anche quando possiamo pregare in chiesa.
La famiglia è la prima chiesa domestica in cui nasce e si sviluppa non solo la vita del corpo, ma anche quella spirituale e affettiva. È il luogo naturale in cui apprendere i gesti di gratitudine, di perdono e di fiducia e stima reciproca. Come sarebbe bello se in questo tempo riuscissimo a riservare alcuni minuti prima o dopo cena per ascoltare la Parola di Dio, rileggendo la pagina del vangelo della domenica e per condividere ciò che lo Spirito suggerisce al fine di metterla in pratica, con esempi concreti della vita quotidiana.
«Nella Quaresima, dal 26 al 28 marzo – continua Papa Francesco nel suo messaggio – ho convocato ad Assisi giovani economisti, imprenditori e changemakers, con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale». Approfittiamo di questo tempo per rivedere anche noi la nostra economia domestica, il nostro stile di vita, il nostro farsi prossimo degli altri, il nostro essere seminatori di speranza accanto a chi fa più fatica.
Auguro a tutti di camminare verso la Pasqua con un desiderio sempre più grande di incontrarci e di raccontarci alla luce del Risorto il nostro impegno di conversione. Con l’intercessione di Maria Salute degli infermi, che raccomando alla vostra preghiera specialmente in questo tempo, vi benedico di cuore.
+Marco Arnolfo, Arcivescovo