Mistero di gioia e di dolore – Presentazione del Signore

 
 

Mistero gaudioso e doloroso
La presentazione di Gesù al tempio è nota alla pietà popolare come il quarto mistero gaudioso. Un evento di gioia appartenente all’infanzia di un bambino che sorride alla vita. Non a caso, fin dal V secolo, la Chiesa orientale rappresenta la scena che si svolge all’ombra del tempio come la festa dell’incontro tra l’“attesa”, ritratta nel giusto Simeone, e il “compimento” rappresentato da Gesù.

L’icona tratteggiata da Luca ci è familiare: innanzitutto Maria e Giuseppe sono i testimoni della fedeltà alla legge. Per rispettare la storia del loro popolo salgono al tempio a presentare il “figlio primogenito”. Accoglienti, sullo sfondo del tempio, Simeone e Anna, i due giusti, dediti alla preghiera e al digiuno, diventano capaci di riconoscere il Messia, tutto è solenne; quasi una liturgia. Parole e gesti del vecchio Simeone si elevano nell’offerta di una riconoscente benedizione.

La profezia del vecchio Simeone
La presentazione diventa particolarmente rivelativa attraverso la profezia che Simeone rivolge alla Madre per annunciarle la sorte del Figlio: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (vv. 34-35).

Gesù è pietra di contraddizione, al cui urto «i pensieri di molti cuori saranno rivelati». Dinanzi a Cristo gli uomini dovranno prendere posizione, con Lui o contro di Lui: per chi lo respinge, diventa pietra di inciampo e di rovinosa caduta; per chi lo accoglie sostegno e principio di salvezza e di vita.

«Quello di Simeone appare come un secondo annuncio a Maria, poiché indica la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell’incomprensione e nel dolore» (Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, n. 16).

E’ dunque un mistero gioioso e doloroso quello della presentazione al tempio: c’è Gesù come salvezza per tutti i popoli, con il suo destino di morte e risurrezione; c’è la speranza del mondo salvato, che il Signore realizzerà associando nel suo dolore, la madre.

Anche noi nel mistero della presentazione
Questa celebrazione liturgica si pone tra il Natale e la Pasqua e vuole farci comprendere il senso della venuta di Gesù tra noi. Riconosciuto al tempio da Simeone e Anna, riconosciuto dal Battista nel battesimo al Giordano, il Signore chiede a ogni uomo di riconoscerlo. Gesù è venuto, viene e verrà. Simeone e Anna ci ricordano che solo chi è aperto al soffio dello Spirito sa riconoscere il Signore sempre e ovunque egli si manifesti. La preghiera e una vita “pulita” aiutano a riconoscere la presenza di Cristo che salva nella storia e nella nostra vita.

La giornata di festa per la vita consacrata
La festa della presentazione di Gesù al tempio è la XVIII giornata che la Chiesa dedica alle persone consacrate, rispondenti a una particolare vocazione nella sequela del Signore. Affascinate dalla sua luce, sono andate incontro a lui tenendo in mano la lampada della fede, hanno varcato la soglia del tempio, per vivere con Gesù e come lui vergine, povero, obbediente, in una totale consacrazione della loro vita; per donarsi al suo amore e all’amore dei fratelli.

Dopo venti secoli le persone consacrate dimorano nel cuore del mondo come un “piccolo resto”, testimoniando la presenza del Signore e coltivando l’attesa della sua venuta: segno profetico anche oggi nella cultura dell’effimero.