Natività del Battista Lc 1,57-66.80

 
 

Siamo anche noi annunciatori di Cristo –

a cura di Don Gian Franco Brusa –

La dodicesima domenica del tempo ordinario lascia quest’anno posto alla solennità della nascita di S. Giovanni Battista. Contrariamente agli altri Santi dei quali, quasi abitualmente, si celebra la data della nascita al Cielo, di Giovanni Battista la Chiesa celebra il giorno in cui venne alla luce.

Si legge nel Vangelo: «Che sarà mai questo bambino poiché la mano del Signore è su di lui?» (Lc 1, 66). Egli, infatti, è già santificato nel ventre della madre Elisabetta, in virtù della missione che gli è riservata da Dio. Una missione straordinaria, la più importante mai assegnata a un uomo secondo la testimonianza dello stesso Gesù Cristo: «Tra i figli nati da donna, non v’è uno più grande di Giovanni Battista» (Lc 7, 28). Tuttavia, questa creatura di cui il padre Zaccaria aveva profetato: «Tu, figlio, sarai chiamato il profeta dell’Altissimo; camminerai davanti al Signore per preparargli le strade» (Lc 1, 76), manifesterà anche la massima umiltà. Ricercato dalle folle, circondato da discepoli prima che Gesù iniziasse la sua vita pubblica, avrà grande cura di limitarsi al suo ruolo di annunciatore: «Io battezzo nell’acqua, tra voi c’è qualcuno che non conoscete. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco» (Lc 3, 16). Giovanni insiste sul fatto di essere solo una «voce» (Gv 1, 23) e indica con decisione il Cristo non appena ne ha l’occasione, pronunciando quelle parole che noi sentiamo ripetere ad ogni Messa prima di ricevere l’Eucarestia: «Ecco l’Agnello di Dio».

Giovanni Battista, dunque, è profeta, precursore, voce. Tutte questi appellativi costituiscono una grande lezione per noi. Come Giovanni è stato profeta nell’annunciare la venuta di Cristo, così anche noi dobbiamo essere profeti nel nostro tempo, annunciatori della Parola di Cristo a coloro che non la conoscono e a quelli che l’hanno dimenticata. Come Giovanni è stato precursore, colui che viene prima di Gesù, noi dobbiamo saperci abbassare, venir meno alla nostra superbia, ai nostri peccati, per far crescere sempre più Cristo nella nostra vita. Come Giovanni è stato voce che grida nel deserto e invita a preparare le vie del Signore, così anche noi dobbiamo essere voci cristiane autentiche di questi tempi, nei quali sembra che tutto parli un linguaggio sempre meno cristiano.

Celebrare la nascita del Battista richiama l’attenzione sul mistero della vocazione specifica di ogni uomo o donna, per i quali Dio ha un progetto mirato. Celebrare la nascita di quest’uomo singolare significa ripensare alla necessità che ogni tempo, anche il nostro, abbia i suoi profeti, uomini e donne che annuncino l’urgenza di aprirsi a Dio e alla salvezza operata da suo Figlio Gesù. Celebrare la nascita di questo Santo è un invito a riascoltare con attenzione il suo messaggio nel deserto del nostro tempo, per cogliere e fare posto alla presenza di Cristo nella storia di oggi, rendendo operante l’annuncio del Vangelo.

Senza dubbio ciò che fa grande Giovanni Battista è riconoscere che la sua missione prepara solo la via a chi, invece, verrà con la forza dello Spirito di Dio e in quello Spirito immergerà tutti coloro che ne accoglieranno la venuta.

Buona domenica