Rassegna Upo-Meic: due appuntamenti ravvicinati

 
 

Mercoledì 26 febbraio in Cripta il convegno dedicato all’Università, sabato 1 marzo in seminario l’evento regionale del Meic

Prosegue la rassegna culturale “targata” Upo-Meic con due appuntamenti ravvicinati: mercoledì 26 febbraio, dalle 9 alle 18 in Cripta di S. Andrea tocca al convegno “L’Università a Vercelli nel XIII secolo. Lavori in corso”.

L’evento, organizzato in collaborazione con il DISUM, in particolare con Silvia Fazzo, professoressa di Storia della filosofia antica, si colloca in continuità con il ciclo di appuntamenti dello scorso anno “L’Università a Vercelli – verso l’ottavo centenario (1228 – 2028)”. L’intento, infatti, è quello di continuare i “lavori in corso” per la riscoperta delle origini della tradizione universitaria vercellese, facendo di tale antica realtà un esempio concreto e attuale di cooperazione per una cultura di pace fra nazioni europee.

La giornata si articolerà in due sessioni. Al mattino si parlerà dell’antica Vercelli, del Vercelli Book e degli studi di filosofia e teologia in città nel tredicesimo secolo, concludendo la prima parte del convegno con una visita guidata all’Abbazia di Sant’Andrea. Il programma pomeridiano, invece, si focalizzerà sulla filosofia antica e medievale, valutando i pro e i contro della riforma Gentile a più di un secolo dalla sua emanazione.

Sabato 1 marzo, dalle 9,45 alle 16,30, in seminario arcivescovile, sarà la volta del convegno regionale Meic sul tema “Il cristianesimo del futuro”: A molti anni di distanza dalla tavola di riflessione sul futuro del cristianesimo, quando il Teatro Civico di Vercelli ospitò un convegno ecumenico internazionale di alto rilievo, i gruppi MEIC del Piemonte e della Valle d’Aosta tornano a proporre un’occasione di dialogo sulle prospettive della fede cristiana nel mondo contemporaneo. Il convegno si colloca nella cornice del giubileo 2025, che ha come motto “pellegrini di speranza”: in un contesto europeo di visibile riduzione della rilevanza sociale del cristianesimo, i credenti sono chiamati a cercare e diffondere semi di dialogo e fiducia. Le grandi sfide di un mondo inquieto, attraversato da venti di guerra, crescenti disuguaglianze e chiusure nazionalistiche interrogano le comunità religiose e domandano la profezia di un cristianesimo rinnovato. La proposta dei valori della fraternità universale, della custodia del creato, dell’attenzione alle periferie del mondo, d’altro canto testimonia il dinamismo di un cristianesimo che interpella le coscienze degli uomini e delle donne del nostro tempo. Di fronte a queste sfide, il cristianesimo del futuro sarà più orientato all’ascolto delle ansie e delle istanze dell’umanità, allargando sempre più i suoi orizzonti oltre l’Europa e l’Occidente in cui si è storicamente sviluppato. Il cristianesimo del futuro sarà più umile, più consapevole di non avere tutte le risposte alle domande e ai dubbi di chi lo interroga, più pronto al dialogo con chi non ne condivide la fede, più capace di imparare anche da chi professa idee diverse e persino da chi lo contrasta. Il cristianesimo del futuro dovrà però anche trovare modi nuovi per raggiungere e inquietare quella porzione della società contemporanea che sembra aver messo da parte le domande più profonde sul significato della vita e sul destino dell’umanità. Il cristianesimo del futuro è chiamato a essere “plurale e radicale”, come annuncia il titolo della relazione del teologo mons. Giuseppe Lorizio: un cristianesimo a più voci, capace di riscoprire e attualizzare le istanze fondamentali del vangelo. Il cristianesimo del futuro sarà necessariamente ecumenico: per questo il convegno accoglie la voce del pastore Gianni Genre, della Chiesa evangelica valdese. Il cristianesimo del futuro dovrà garantire alle donne spazi di riconoscimento e di parola più ampi del passato: di questo parlerà la teologa milanese Maria Pia Ghielmi. Su questi temi si aprirà un dibattito, a cui sono invitati a prendere la parola, insieme ai gruppi MEIC del Piemonte e Valle d’Aosta, quanti pensano che il cristianesimo debba essere ancora un punto di riferimento per il futuro delle persone e delle società.