Il saluto del presbiterio

 
 

L’indirizzo di saluto al nuovo Arcivescovo di Vercelli, monsignor Marco Arnolfo, da parte di tutto il presbiterio diocesano che è stato letto lo scorso giovedì 29 maggio in occasione della “Fraternità sacerdotale” celebrata in seminario.

Per la nostra amata Arcidiocesi eusebiana è terminato in queste settimane il tempo dell’attesa e inizia ora il tempo dell’incontro con il suo nuovo Pastore, Sua Ecc. Mons. Marco Arnolfo. In queste settimane abbiamo pregato per Lei. Desideriamo accoglierLa in un corale abbraccio, come “colui che viene nel nome del Signore”, per essere pastore e maestro, padre, guida e principio di unità di questa chiesa vercellese, grande è la nostra emozione. Potremmo utilizzare le parole del vescovo Agostino: “Se da una parte mi spaventa ciò che io sono per voi, dall’altra mi consola il fatto che sono con voi. Per voi, infatti, sono vescovo, con voi sono cristiano” (“Discorsi” di S. Agostino). Come afferma l’esortazione apostolica Pastor gregis, “nel Vescovo, missione e vita si uniscono in maniera tale che non si può più pensare ad esse come a due cose distinte (…) è la testimonianza di fede del Vescovo che diventa segno della presenza di Cristo nelle nostre comunità” (n. 31). Le porte della nostra Cattedrale, lo scorso 11 maggio, si sono spalancate per accogliere il suo Vescovo, che viene a testimoniare Gesù Cristo, il buon Pastore, vera luce del mondo, con quell’amore con cui la guarda Lui stesso. Eccellenza, troverà una Diocesi culturalmente articolata e ricca nelle sue diversità, ma anche una Chiesa unita al suo Arcivescovo. Una Chiesa non esente dalle difficoltà di tutte le Chiese del nostro tempo, ma anche consapevole delle sfide che deve affrontare, per educare tutti alla vita buona del Vangelo, in questo mondo che cambia. Vescovo Marco, benvenuto tra noi: sacerdoti, diaconi, religiosi in questa antica Arcidiocesi; ringraziamo il Santo Padre, papa Francesco, per aver donato a questa nostra Chiesa un nuovo pastore ricco di esperienza e di coraggio pastorale. Come il vescovo Bello si faceva chiamare dai suoi preti “don Tonino”, così anche noi, certi che le farà piacere, La chiameremo “don Marco” o “Vescovo Marco”. Innalziamo a Dio per Lei, con Sant’Agostino, questa preghiera: “A te grazie, dolcezza mia e onore mio e fiducia mia, Dio mio, a te grazie dei tuoi doni. Tu però conservameli, così conserverai me pure, e tutto ciò che mi hai donato crescerà e si perfezionerà, e io medesimo sussisterò in te, poiché tu mi hai dato di sussistere” (1, 20.31). Le auguriamo un proficuo cammino nella terra di Eusebio.

Monsignor Cristiano Bodo Vicario generale