Signore, non tardare – Ascensione del Signore

 
 

Con l’Ascensione di Gesù, inizia la missione della Chiesa: è l’ora di impegnarsi a lavorare nella vigna del Signore. Il Vangelo diventa il tesoro che dev’essere annunziato e vissuto: la buona notizia del Signore, da custodire e annunciare a tutti i popoli della terra. Anche il beato Giovanni XXIII, nel discorso di apertura del concilio Vaticano II, ha sottolineato con chiarezza che la parola di Dio costituisce la base dinamica della Chiesa: «La più grande preoccupazione del concilio ecumenico è questa: che il sacro deposito della dottrina cristiana sia più efficacemente custodito e insegnato» (Giovanni XXIII, Allocutio in sollemni SS. Concilii inauguratione, 11 ottobre 1962). Per questo non possiamo dimenticare le parole di Gesù ai suoi discepoli: «Io sono con voi sempre». Nell’Ascensione non va in alto, rimane sempre con noi, in noi, per darci la forza della testimonianza e dell’annuncio. Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» (At 1, 11). L’Ascensione di Gesù ci fa comprendere che ormai il cielo lo portiamo in noi. Ma questa solennità, nel contempo, ci ricorda che il Signore resta visibilmente in mezzo al suo popolo nel sacramento dell’Eucaristia. Per questo motivo in molte comunità parrocchiali i ragazzi ricevono la prima Comunione in occasione di questa festa, per ricordare che Gesù, che è asceso al cielo, si trattiene sempre con noi e in noi, anche nella reale presenza del suo corpo, che si fa dono per tutti gli uomini.

«Fate questo in memoria di me» ( Lc 22, 20).

Gesù ci invita alla missione: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 16).

Per questo, Signore, ti vogliamo pregare. Ogni giorno, o Signore della vita, starò davanti a Te. A mani giunte, o Dio della terra, starò davanti a Te. Sotto il cielo senza rive, in silenzio, solitario, con cuore umile, con le lacrime agli occhi, starò davanti a Te. Quando in questo tuo mondo il mio lavoro sarà compiuto, o Re dei re, solo, in silenzio, starò davanti a Te.