Solennità di Pentecoste Gv 15,26-27;16,12-15

 
 

– a cura di Mons. Sergio Salvini –

È lo Spirito che dà la vita! Quella dell’uomo riuscito, del progetto unico di umanità pensato da Dio, inscritto nell’intelaiatura d’ogni essere umano, in ognuno di noi, e attuato solo pienamente da Gesù.

Quel progetto d’uomo fatto a immagine di Dio e sfigurato dal peccato, è ora da Cristo riscritto e attuato nella propria vicenda umana, perché sia lui l’esemplare, il modello a cui guardare per cogliere le linee portanti della nostra identità e verità di uomini.

Si tratta della vita, della vita giusta, della vita indovinata, ben superiore ai modelli e alle mode umane, che non esprimono se non parziali bisogni e, spesso, deviate esigenze di successo umano.
Questa vita la riceviamo nel Battesimo per mezzo dello Spirito Santo: quel che è nato da carne è carne e quel che è nato da Spirito è Spirito. Questa vita cresce nella professione di fede, dono anch’esso dello Spirito; nessuno può dire: Gesù è il Signore, se non sotto l’azione dello Spirito Santo.

Questa vita cresce nelle opere buone, altro dono dello Spirito: quelli che vivono secondo lo Spirito, pensano alle cose dello Spirito. Solo lo Spirito riesce a modellare nel nostro cuore e nella nostra vita l’immagine di Cristo, a smuovere le nostre resistenze e pigrizie, a orientare la nostra attenzione verso ciò che è vero e giusto.
La vita divina che lo Spirito Santo accende nel cuore del credente non è un fatto isolato: è data nella Chiesa. Lo Spirito Santo è l’anima e la vita della Chiesa. Come frutto della risurrezione, Gesù ricrea un’umanità nuova, infondendovi il suo Spirito: «Alitò su di loro e disse: “Ricevete lo Spirito Santo”».
Il giorno di Pentecoste è l’esplosione forte di una nuova vitalità che investe gli apostoli. È l’avvio della grande missione universale. È una missione essenzialmente di ricomposizione nell’unità, per fare di tutti i popoli dispersi e divisi un’unica famiglia di Dio. «La Chiesa è in Cristo – afferma il Concilio – come un sacramento o segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (LG. 1,1).

Solo parlando l’unico linguaggio della fede l’umanità troverà la sua intesa e solidarietà. Ecco: lo Spirito che è Signore e dà la vita, datore della vita personale piena e restauratore della vita sociale.
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«Festa dello Spirito Santo, festa della Chiesa.
Noi stessi siamo i destinatari della promessa del Signore. Essa ci ripete: vi manderò lo Spirito, il Consolatore; e lo Spirito Santo renderà testimonianza di Me.

Che vuol dire testimonianza? Significa la trasmissione di una verità in chi, ricevendola, non può direttamente esaminarla e conoscerla.

La deve accogliere per fiducia. Cristo è veramente l’Inviato da Dio: è il Figlio di Dio. Abbiamo dunque la certezza di poterci fidare di Cristo, del suo Vangelo, delle sue opere, dei suoi precetti e di tutto quanto scaturisce dalla sua apparizione nel mondo».

(Paolo VI).