Tendi la tua mano – XXVI domenica tempo ordinario
«Beati voi, poveri» (Lc 6, 20).
Nella cappella Redemptoris Mater in Vaticano Cristo non scaraventa gli uomini nell’inferno. Se tutti gli uomini cadono in potere della morte, Cristo scende dal cielo e offre la mano a tutti quelli che vogliono salvarsi poiché Egli vuole liberare ognuno dalla morte.
Jean-Jacques Rousseau nella “parabola dei cacciatori di cervi” racconta che prima che l’uomo «scoprisse il domani» poteva capitare che un cacciatore, anziché attendere pazientemente che il cervo spuntasse fuori dal folto della foresta, si facesse distrarre dai morsi della fame e catturasse il primo coniglio che gli capitava a tiro, anche se la razione di carne che gli sarebbe toccata dalla caccia collettiva del cervo sarebbe stata ben maggiore. Ed è proprio così: oggi accade che ben pochi gruppi di cacciatori restino insieme per tutto il tempo che l’attesa e la cattura del cervo richiedono, cosicché chiunque riponga la propria fiducia nei benefici di un’impresa comune potrebbe restare fortemente deluso.
La parabola è chiara: l’eternità è l’ultimo criterio per valutare il presente e per comprendere la misericordia di Dio; ci ricorda che il cristiano vive l’oggi proteso verso il Giorno Ultimo. Emerge un amore preferenziale nei confronti dei poveri: troppi pensano di farsi un nome, ma rischiano di trovarsi senza nome di fronte a Dio.
Non dobbiamo dimenticare che la prospettiva evangelica è possibile nell’oggi: infatti per noi credenti l’orizzonte futuro è chiamato ad illuminare le scelte presenti. Come leggiamo nella seconda lettura tratta dalla prima lettera a Timoteo: «Ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo» (1 Tm 6, 14).
Queste parole paiono incomprensibili al giorno d’oggi: infatti l’uomo odierno differisce da suo padre in quanto vive in un presente, potremmo dire purtroppo in un carpe diem, «che vuole dimenticare il passato e non sembra più credere al futuro» (Guy Debord, Commentari sulla società dello spettacolo, Milano 1995).
Si apre spontaneamente la questione se ci si possa ancora far intercettare da quella mano tesa da Gesù per condurci con sé in un’altra vita, in una dimensione futura.
I cristiani, portatori di speranza e carità, possano oggi indicare la via a tutti, facendosi veri testimoni di Cristo!