Un progetto di vita – XIV domenica tempo ordinario

 
 

Il brano di Vangelo di oggi invita, da una parte, a pregare perché il Signore mandi uomini e donne nel mondo per annunziare il suo Vangelo, dall’altra, parla della missione di coloro che Dio sceglie e invia in suo nome. I settantadue discepoli mandati stanno a indicare che tutti siamo apostoli, tutti missionari: siamo cristiani nella misura in cui scopriamo il nostro progetto di vita e ci sentiamo coinvolti in quello di Dio. «La messe è molta, ma gli operai sono pochi» (Lc 10, 2). Il nostro Arcivescovo afferma che sono tre gli aspetti del dinamismo vocazionale: la chiamata di Dio, la risposta libera dell’uomo, la mediazione educativa che interpreta la chiamata e favorisce la risposta. Ciascuna vocazione è un dono gratuito, un impulso interiore che viene dallo Spirito e interpella ogni persona. Nessun apostolo ha scelto di seguire Gesù per un’inclinazione personale, ciascuno è stato chiamato “per nome”. La vocazione è un dono di Dio, che costituisce certamente un grande bene per colui che ne è il primo destinatario, ma rappresenta anche una grazia per l’intera Chiesa, per la sua vita e la sua missione. Questo mandato è espresso da Gesù con un duplice imperativo che troviamo nel Vangelo: «Pregate… Andate…». La missione si realizza, in primo luogo, con il pregare per “andare” a portare la pace dentro le case degli uomini: infatti, si legge nel Vangelo che i settantadue tornarono con gioia da Gesù, principio della missione e colui che ci introduce nella vita stessa di Dio. In particolar modo, come afferma il nostro Arcivescovo nel suo libro Come Cristo pastore: «Amare la Chiesa di questo tempo significa starvi dentro da protagonisti. Questa è una svolta in cui prevale a livello catechistico, liturgico e missionario lo sforzo di creare una tradizione più che attenersi ad una tradizione; soprattutto attraverso il ministero sapiente e vigile del presbitero avviene il delicato, ma decisivo, passaggio del testimone». La liturgia di questa domenica ci invita a riflettere sulla nostra chiamata, convinti che il Signore inviti tutti a seguirlo, ma ad alcuni chieda un amore indiviso che si faccia carico totalmente delle necessità dei fratelli. Non possiamo disattendere la preghiera e l’impegno per questa chiamata perché gli uomini e le donne ad essa vocati ci ricordano come già tutta la nostra vita è posta nell’orizzonte del Regno, che viene dal Signore Gesù.