V domenica di Pasqua Gv 15,1-8

 
 

– a cura di Mons. Sergio Salvini –

Troviamo dimora in Cristo  –

Le parole del vangelo di questa domenica vanno ascoltate dal cuore di Cristo; vanno assaporate e fatte nostre, fino a diventare unità di vita con Gesù, il Signore, nelle azioni e nelle scelte delle nostre giornate.

Si rende concreto allora il nostro rapporto con Lui risorto e vivente, seguendo la rivelazione che fa di se stesso e le indicazioni che ci offre. Dobbiamo avere fede in Dio e in Cristo. Cristo è Dio, è unito al Padre.

Cristo è la via, la verità, la vita. Nessuno ha osato né potuto dire questo di sé. Significa che Cristo è tutto, unito al Padre e allo Spirito Santo. E nessuno va al Padre se non per mezzo di Cristo. Egli è l’unico Salvatore del mondo. S. Pietro nella sua lettera afferma che Cristo è la pietra angolare, cioè il fondamento solido e sicuro.
Spesso viene da chiederci: dove andiamo? Il vangelo risponde che dobbiamo avere fede in Dio Padre e in Cristo nostro Salvatore. La fede diventa il cammino che conduce al Signore.

Dove andiamo? Andiamo dove c’è Cristo che ci ha preparato un posto! Tutto ha una fine sulla terra. Ma dopo questo, aspettiamo la vita nuova in quella casa dove Cristo ci ha preparato un posto.
A volte manca una fede chiara che ci comunica l’esistenza di un’altra realtà. Ma è di questo che Gesù parla: Egli ci ha meritato e ci ha preparato una realtà eterna.

Non possiamo dimenticare che la nostra patria è nei cieli, che là è la nostra casa, la nostra pienezza.
Ma già sulla terra l’uomo senza Cristo non può sentirsi felice. Se Gesù dice di essere la via, la verità, la vita, è Lui che deve riempire tutta la nostra esistenza. Questo ci aiuta a vivere pienamente, come uomini e come cristiani.

Solo chi rimane, chi trova davvero e per sempre dimora in Gesù porta frutto e può fare tutto! Non nel senso che diventa “onnipotente” ma che può vivere ogni vita, può gustare la sola cosa che importi veramente: il senso del vivere.

E questo perché sa dove vivere. Il cristianesimo, nella sua sostanza, non è una dottrina, una morale o una spiritualità. Il cristianesimo, in realtà, è credere e seguire una persona: Gesù, Dio fattosi uomo, morto e risorto, vivo oggi. Da Cristo derivano la dottrina, la morale, la spiritualità.
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«Noi Ti riconosciamo Maestro dell’umanità. Noi Ti proclamiamo Profeta dei destini del mondo. Noi Ti dichiariamo Re divino nel quale si incentrano le sorti di ogni uomo, e intorno al quale si compone il disegno totale della storia.
Tu, Gesù, sei la Verità dell’esistenza umana, anzi: Tu sei la stessa Vita,il Principio della nostra salvezza, presente e futura.
Noi Ti acclamiamo come il Cristo, il Signore dell’umanità, il Salvatore del mondo.
E l’acclamazione della Tua gloria diventa la nostra fortuna, la nostra felicità»

(Paolo VI).