V domenica tempo ordinario Lc 5,1-11

 
 

– Peschiamo… la vita –

a cura di Mons. Sergio Salvini –

La barca di Pietro è il pulpito di Gesù per parlare alla gente e le rive scoscese del lago di Tiberiade, l’anfiteatro naturale. È questo lo sfondo della chiamata degli apostoli.

Salendo sulla barca per predicare, Egli fa del proprietario dell’imbarcazione, un suo collaboratore nell’impegno che Luca chiama: insegnare la Parola di Dio. Chiamato a seguire Gesù, lasciando tutto, secondo le esigenze radicali del Vangelo, Pietro è già immesso nel livello di responsabilità che eserciterà nella Chiesa. L’immagine luminosa della grande pesca, in pieno giorno e davanti a tutti, è simbolo della fruttuosità profetica che gli apostoli e Paolo porteranno a compimento lungo tutte le sponde del Mediterraneo.

Pescare, da sempre, produce la morte dei pesci. Ma per gli uomini non è così: pescare significa «catturare vivi»; è il verbo della Bibbia per indicare coloro che, in una battaglia, sono salvati dalla morte e lasciati in vita. Nella battaglia per la vita l’uomo sarà salvato, protetto dall’abisso dove rischia di cadere, portato alla luce.

«Sarai pescatore di uomini»: è raccogliere gli uomini dal fondo dove credono di vivere e non vivono; mostrar loro che sono fatti per un altro respiro, un altro cielo; è raccogliere per la vita un’altra vita! Ieri come oggi, il Signore esorta a diventare pescatori di umanità. Non dobbiamo avere paura, perché siamo chiamati a tirar fuori da noi stessi e da chi incontriamo tutta l’umanità che ci abita.

È sempre l’ora di lasciare le reti di tutto quello che ci lega: le paure, i limiti, i giri di testa… sì, lasciamoli! Non rassettiamoli tutti i giorni, non aggiustiamoli: diventiamo liberi per seguire il Signore. È giunta l’ora di passare dal sogno alla realtà – il grande invito di papa Francesco – di costruire una Chiesa che non ponga limiti, che dia fiducia ai peccatori, che tiri fuori, maestra in umanità, tutta l’umanità che abita nel cuore di ognuno con franchezza e misericordia. Pietro sarà il grande pescatore proprio perché autentico, proprio perché lascerà fare a Dio, dopo avere sperimentato il fallimento. È il segreto dei «futuri di cuore».

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«Guardiamo ai primi discepoli, che immediatamente dopo aver conosciuto lo sguardo di Gesù, andavano a proclamarlo pieni di gioia: “Abbiamo incontrato il Messia” (Gv 1,41). La samaritana, non appena terminato il suo dialogo con Gesù, divenne missionaria, e molti samaritani credettero in Gesù «per la parola della donna» (Gv 4,39). Anche san Paolo, a partire dal suo incontro con Gesù Cristo, “subito annunciava che Gesù è il figlio di Dio” (At 9,20). E noi che cosa aspettiamo?”

(Evangelii Gaudium 120).