XVII domenica tempo ordinario Lc 11,1-13

 
 

– Dio bussa e chiede di aprirgli –

a cura di Mons. Sergio Salvini –

Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, a chi bussa sarà aperto?

Siamo all’interno del capitolo XI di Luca e Gesù sta parlando con i suoi discepoli. La parabola che racconta dev’essere letta tenendo presente il centro del discorso, che è teologico, non moralistico. Non è, come potrebbe sembrare a una lettura superficiale, centrata sull’insistenza e sulla perseveranza: in questo caso l’accento cadrebbe sull’uomo.

La centralità e il protagonista della parabola sono Dio stesso: anzi, il Padre! È attraverso tale figura che essa dev’essere letta.

Emergono anzitutto tre aspetti. Il primo è quello relazionale che accompagna la preghiera: l’amicizia e la confidenza. Elementi essenziali e necessari che portano a insistere, chiedere, cercare e bussare.

Il secondo è la certezza di essere esauditi: «Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto» (v. 9-10).

La certezza di essere esauditi domina l’intero racconto. Il terzo aspetto è il dono. Il Padre dei cieli ascolta i suoi figli e offre loro qualcosa che supera ogni aspettativa. Il paragone conclusivo, inaspettato illumina definitivamente la parabola. Un padre sa quello di cui il proprio figlio ha bisogno, ma gli dà soltanto ciò che può essergli vantaggioso. Ugualmente il Padre nei cieli dona ai suoi figli, solo ciò che sarà loro utile. Anzi, qualcosa di più: lo Spirito Santo, ovvero Colui che permetterà loro di relazionarsi con Dio come figli.

Chi ci insegnerà a pregare? Meglio: come faremo a vivere la preghiera? Possiamo leggere la parabola al contrario. Dio non è soltanto colui che sta in casa, ora bussa insistentemente perché possiamo aprirgli: «Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto» (v. 9). È la dolce corrispondenza che deve esistere fra noi e Dio, la completa adesione a Lui, che chiede di entrare nella nostra esistenza, che cerca di condurci verso la salvezza, che bussa continuamente per riportarci alla vera vita. E noi, se non ci stancheremo di cercarlo, se chiederemo la forza di seguirlo, vivremo.

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Da duemila anni ripetiamo il Padre Nostro, ma non siamo diventati fratelli e il pane continua a mancare. Una domanda enorme corrode le nostre preghiere: Dio esaudisce? «Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste, bensì le sue promesse» (Bonhoeffer): «Io sarò con te, fino alla fine del tempo». Dio si coinvolge, intreccia il suo respiro con il nostro, mescola le sue lacrime con le nostre.

Se, pregando, non ottengo la cosa che chiedo, ottengo però sempre un volto di Padre misericordioso e il sogno di un abbraccio.