XXIV domenica tempo ordinario Mc 8,27-35

 
 

Chiediamoci: chi è per me Gesù? –

a cura di Don Gian Franco Brusa –

Nella lunga sezione del Vangelo di Marco che precede il brano di questa domenica le persone si interrogano più volte sull’identità di Gesù e nel testo che leggiamo il quesito torna a ripetersi, ma con l’aggiunta di una certa soluzione. Il Signore chiede ai discepoli: «Chi dice la gente che io sia?» (Mc 8,27). E poco più in là: «Ma voi chi dite che io sia?» (Mc 8,29). Pietro risponde risolvendo: «Tu sei il Cristo» (Mc 8,29). Nel passo seguente si legge: «Egli cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, quindi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare» (Mc 8,31).

Come a Pietro e ai discepoli, oggi anche a noi Gesù pone di continuo la domanda: «Tu chi dici che io sia?». Certamente lo riteniamo il Messia e il Salvatore del mondo; ma ci sentiamo di andare oltre, di accettare sino in fondo il lato meno esaltante, meno nobile del suo essere Messia e Salvatore?

Secondo il testo evangelico, Cristo è venuto nel mondo per salvarlo, ma non in veste di dominatore o di persona avida di potere. Il suo è un messianismo fatto di umiltà, di nascondimento, di riservatezza, di morte, di servizio e non di azioni o di progetti spettacolari. È un messianismo a contenuto essenzialmente religioso e non ha niente a che fare con la politica, le onorificenze, la ricerca dei primi posti. Pietro pensa invece a un messianismo glorioso, spettacolare, riprendendo Gesù per queste affermazioni. Cristo ribatte: «Va’ dietro a me, Satana, poiché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33). E come se ciò non bastasse, il testo evangelico riferisce che, «convocati tutti i presenti, Gesù disse loro: “Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua, poiché chi vorrà salvare la propria vita la perderà e chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo la salverà”» (Mc 8,34-35).

Altro che gloria e potere umani! Gesù che accogliamo come il Messia e Salvatore esige che, sul suo esempio, pure i discepoli scelgano, con decisione, la via dell’umiltà, del silenzio, del sacrificio, del dono di sé. Gesù vuole che non ci chiudiamo nei nostri egoismi, ma che mettiamo a disposizione tutto ciò che siamo e abbiamo. Solo così percorreremo il cammino della salvezza e riusciremo a far fiorire la vita vera.

Forse la richiesta di Gesù può apparire troppo dura e, a fronte della mentalità corrente, persino di cattivo gusto. Stiamo dunque attenti che, a forza di lasciarsi incantare da messaggi di buon gusto, non ci accada, nel giorno del rendiconto, di sentirci dire: “lontano da me, perché hai pensato non secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33). Finché siamo in tempo, in ogni nostra azione cerchiamo di seguire non i nostri gusti ma i gusti del Vangelo: anche se amari, essi ci aiuteranno ad evitare sgradite sorprese. La partecipazione alla celebrazione eucaristica festiva sia la più pronta risposta alla domanda: “Chi è per te Gesù?». È il mio tutto.

Buona domenica