XXV domenica tempo ordinario Mc 9,30-37

 
 

Amare e agire nel nome di Gesù –

a cura di Don Gian Franco Brusa –

Il passo del Vangelo di questa domenica, ci presenta Gesù mentre attraversa la Galilea con i suoi discepoli. Durante il viaggio espone loro il suo piano di amore e salvezza che si realizzerà quando arriveranno a Gerusalemme. C’è un verbo sui cui dobbiamo fermare la nostra attenzione: consegnare.

«Il figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini» (v 31). E’ il verbo che unisce i vari episodi della Passione. Giuda consegna Gesù nelle mani dei capi del popolo; i capi lo consegnano a Pilato; Pilato lo consegna ai soldati perché sia crocifisso. Ma quello che per noi è più difficile da capire è che Dio stesso consegna suo Figlio Gesù alla morte. Non perché è un Padre crudele, ma perché è un Padre che ci ama e consegnando Gesù alla morte consegna se stesso a noi.

Gesù accetta questa volontà del Padre morendo per la nostra salvezza. Ma questa morte non è la fine di tutto, ma il principio della Sua glorificazione. Gesù è stato esaltato non “nonostante” la sua crocifissione, ma proprio “perché” è stato crocifisso. Un Dio così non è facile da capire e tanto meno da seguire, perché non usa la forza per vincere, ma l’amore. Apparentemente lo fa sembrare sconfitto. Gli apostoli si guardano bene dal chiedere spiegazioni; hanno già una loro verità e un loro piano e non vogliono che nessuno li disturbi. Ma è proprio l’opposto di quello che vuole il Signore.

Dio è amore, gli apostoli e noi con loro, siamo egoisti. Dio è debole per amore, noi siamo prepotenti per prevalere. Gesù lungo la via parla del suo progetto d’amore, gli Apostoli discutono su chi è il più grande tra loro. Vedete come andando anche per la stessa strada, si può essere lontanissimi l’uno dall’altro. Gesù, che conosce i pensieri del cuore, domanda ai suoi di che stessero parlando… ma loro non rispondono. Sanno di non essere in sintonia con il Maestro. Ma Gesù svela il segreto del loro cuore. Si siede, per far capire che in quel momento è il Maestro che insegna cose importanti. E la prima cosa importante è: «Chi vuol essere primo si faccia servo di tutti» (v. 35).

Gesù non contesta il “desiderio” di essere primi, piuttosto il modo di voler primeggiare. Per un altro insegnamento, invece, mette al centro dell’attenzione un bambino. Anzi, lo prende in braccio perché tutti lo vedano meglio. Anche qui c’è un verbo che si ripete quattro volte in un solo versetto: accogliere. Il bambino vive solo se è accolto con amore dai suoi genitori, dai compagni, dalla società. Anche noi siamo bambini accolti da Dio. Da soli non siamo nulla e non possiamo fare nulla. E nello stesso tempo anche noi dobbiamo accoglierci gli uni gli altri.

Agire nel nome di Gesù crea comunione, agire in nome nostro crea dispersione e morte. Accogliere è più importante che servire. Si può servire anche senza amore, ma non si può accogliere senza amore. Accogliamoci con amore nelle nostre assemblee domenicali e sentiremo il profumo dell’amore di Dio su di noi.

Buona domenica.